pH Vaginale
Il pH vaginale svolge un ruolo significativo nella determinazione della salute vaginale. Il pH neutro è pari a 7, tuttavia, il pH vaginale normale si colloca normalmente tra 3,8 e 5,0, indicatori di una moderata acidità. Un valore di pH inferiore inferiore a 7 serve a conferire protezione alla mucosa vaginale da organismi patogeni.
Introduzione
Il valore del pH vaginale riveste un ruolo fondamentale per la salute vaginale; tuttavia, è importante sottolineare che il mantenimento di un pH vaginale (leggermente acido) salutare è influenzato da diversi fattori tra cui lo stato di salute della flora microbica vaginale o dai cambiamenti ormonali. "In particolare, i microrganismi che risiedono all'interno della vagina, soprattutto i lattobacilli, sono in grado di mantenere il pH acido fermentando il glicogeno in acido lattico. Il pH acido infatti conferisce all'ambiente vaginale un effetto protettivo, creando una barriera che ostacola la proliferazione di un microbioma dannoso, prevenendo così l'insorgenza di infezioni.
Uno squilibrio in questo ecosistema può portare a un pH vaginale anomalo, la cui misurazione può essere utilizzata per determinare la presenza di patogeni batterici così come lo stato menopausale. Inoltre, studi hanno confermato che un incremento del pH vaginale può condurre a vaginosi batterica (BV) e a parto pretermine spontaneo (PD) in donne in gravidanza. Studi scientifici dimostrano che il valore del pH vaginale esercita un impatto significativo sulla vita delle donne. Il monitoraggio di tale livello di pH, anche mediante auto-test, può essere impiegato efficacemente per gestire e prevenire infezioni.
Fattori che influenzano il pH vaginale
Diverse condizioni e infezioni possono influenzare l'equilibrio del pH vaginale, tipicamente determinando un innalzamento dei livelli di pH.
Tra le cause delle variazioni del pH vaginale si annoverano:
- Vaginosi Batterica: si verifica un'alterazione quando nell'ambiente vaginale si registra una sovrabbondanza di batteri patogeni, portando a un aumento del pH vaginale. I sintomi possono includere prurito, bruciore o dolore vaginale, una sensazione di bruciore durante la minzione e la presenza di perdite bianche o grigie;
- altre Infezioni Vaginali: Infezioni diverse dalla vaginosi batterica possono elevare il pH vaginale, incluse infezioni da Trichomonas vaginalis e da Streptococco di gruppo B;
- detergenza Vaginale (douching): l'uso di soluzioni specifiche per la pulizia vaginale, quali quelle contenenti aceto o bicarbonato di sodio, potrebbe alterare l'equilibrio microbico benefico, influenzando il pH vaginale e aumentando la suscettibilità a infezioni;
- menopausa: i livelli di pH vaginale possono indicare lo stato menopausale. Durante la menopausa, la riduzione dei livelli di estrogeno può alterare il pH vaginale;
- presenza di sangue mestruale: il sangue possiede un pH superiore rispetto all'ambiente vaginale, pertanto la sua presenza durante il ciclo mestruale può incrementare il pH vaginale;
- presenza di Sperma: lo sperma, avendo natura basica, può temporaneamente aumentare il pH vaginale quando entra lin contatto con l'ambiente acido della vagina;
- assunzione di Antibiotici: gli antibiotici, pur eliminando i batteri nocivi, possono anche distruggere i batteri benefici, inclusi quelli vaginali, compromettendo così l'equilibrio del pH vaginale;
- infezioni delle Vie Urinarie (IVU): le IVU non provocano direttamente un aumento del pH vaginale, ma un pH elevato può incrementare il rischio di sviluppare un'IVU. Durante la perimenopausa e la menopausa, la riduzione degli estrogeni può favorire un aumento del pH vaginale e, di conseguenza, un rischio maggiore di IVU. Possono essere prescritti trattamenti a base di estrogeni per abbassare il pH vaginale e prevenire ulteriori IVU;
- altre condizioni: ricerche hanno correlato un pH vaginale elevato a diverse condizioni, tra cui infertilità, parto prematuro e un aumento del rischio di contrarre infezioni sessualmente trasmissibili (IST).
Come misurare il pH vaginale
Preservare l'equilibrio dei livelli di pH nella vagina può aiutare a diminuire il rischio di infezioni e scongiurare eventuali complicanze.
Va precisato, tuttavia, che per la diagnosi di condizioni mediche specifiche, come le micosi vaginali, o per accertare l'avvicinarsi della menopausa, i medici raramente si basano esclusivamente sulle misure del pH vaginale. Nonostante questo, gli esami del pH possono risultare di supporto nel confermare una diagnosi preliminare.
I kit di autoanalisi (da eseguire a casa) disponibili in commercio sono progettati per misurare il pH delle secrezioni vaginali. Il pH è un indicatore del grado di acidità di una sostanza, espresso su una scala da 1 a 14, dove valori inferiori indicano maggiore acidità.
Il test permette di determinare il livello di acidità delle secrezioni vaginali. La sua esecuzione è consigliata per valutare se i sintomi vaginali, quali prurito, bruciore, odore sgradevole o secrezioni insolite, possano essere attribuibili a un'infezione che necessita di trattamento medico. Tuttavia, il test non è finalizzato alla diagnosi di HIV, clamidia, herpes, gonorrea, sifilide o streptococco di gruppo B.
I test di pH vaginale domestici hanno mostrato una buona correlazione con le diagnosi mediche, ma variazioni nel pH non implicano necessariamente la presenza di un'infezione vaginale, né permettono di distinguere tra differenti tipi di infezioni. La diagnosi medica di un'infezione vaginale si basa su una combinazione di fattori, tra cui il pH, l'esame microscopico delle secrezioni, l'odore di ammine, la coltura, la preparazione umida e la colorazione di Gram.
Un risultato positivo del test (pH elevato) non indica automaticamente un'infezione vaginale e potrebbe richiedere ulteriori indagini e trattamenti medici, non disponibili senza prescrizione. Analogamente, un risultato negativo non esclude la possibilità di un'infezione non rilevabile attraverso questi test. In assenza di sintomi, un test negativo potrebbe suggerire irritazioni chimiche, allergiche o altre irritazioni non infettive della vagina, o indicare una possibile infezione da lieviti. In caso di variazioni del pH vaginale o di persistenza dei sintomi, è consigliabile consultare un medico.
Per eseguire il test, si posiziona una striscia reattiva sulle pareti vaginali per alcuni secondi, confrontando poi il colore della striscia con una scala cromatica inclusa nel kit. Il numero corrispondente al colore della striscia indica il pH vaginale.
I test di pH vaginale disponibili per l'uso domestico sono sostanzialmente identici a quelli utilizzati in ambito medico, sebbene la valutazione medica possa fornire un quadro più completo dello stato vaginale attraverso l'anamnesi, l'esame fisico e altri test di laboratorio, rispetto a un singolo test di pH eseguito autonomamente in casa.
Consigli per mantenere bilanciato il pH vaginale
Per quanto variazioni del pH vaginale possano dipendere da fattori non controllabili dalla donna (come ad esempio la menopausa o l'assunzione di antibiotici - quando espressamente prescritti dal medico curante), adottando alcuni accorgimenti comportamentali si può contribuire a mantenere il giusto pH vaginale.
È opportuno detergere la vulva piuttosto che la vagina: la vagina possiede un meccanismo di auto-pulizia, mentre la vulva può beneficiare di una pulizia delicata. Utilizzare un panno morbido inumidito con acqua tiepida per pulire con attenzione ogni piega dei genitali esterni, evitando l'uso di detersivi interni e lavande vaginali.
Mantenere l'area asciutta è fondamentale: si consiglia di evitare di indossare per lunghi periodi biancheria intima o costumi da bagno umidi. È importante lavarsi, asciugarsi tamponando delicatamente e cambiarsi in indumenti puliti e asciutti nel più breve tempo possibile.
Favorire la traspirazione di vulva e vagina: preferire indumenti intimi in cotone e materiali traspiranti. Optare, inoltre, per pantaloni, shorts e altri capi di abbigliamento dalla vestibilità più ampia o da tagli che garantiscano una maggiore areazione.
Prestare attenzione alla modalità di pulizia dopo l'evacuazione: è essenziale pulirsi sempre dalla parte anteriore verso quella posteriore per prevenire la diffusione di batteri fecali verso la vagina.
Valutare l'assunzione di probiotici: i probiotici possono contribuire a mitigare i sintomi della vaginosi batterica (BV) e a prevenire le recidive. In particolare, i ceppi di Lactobacillus possono accelerare il processo di guarigione.
Adottare pratiche sessuali sicure: l'uso di preservativi o metodi barriera può ridurre il rischio di infezioni sessualmente trasmissibili (IST), mentre effettuare regolari controlli per le IST può contribuire a monitorare il proprio stato di salute sessuale.
In sintesi
Il mantenimento di un equilibrio nel pH vaginale è essenziale per la salute vaginale, influenzato dal metabolismo della flora endogena e da fattori come estrogeni e glicogeno. Lactobacillus acidophilus, in particolare, svolge un ruolo cruciale nel mantenere un ambiente vaginale leggermente acido, proteggendo così da infezioni. Variazioni nel pH vaginale possono indicare alterazioni della salute vaginale, incluse infezioni o cambiamenti legati alla menopausa.
I test di pH vaginale, utili per un monitoraggio preliminare, devono essere integrati con valutazioni cliniche per diagnosi precise. Pratiche quotidiane come una corretta igiene, l'utilizzo di indumenti traspiranti e pratiche sessuali sicure contribuiscono a preservare l'equilibrio del pH. In caso di anomalie o sintomi persistenti, è fondamentale consultare un medico per interventi mirati.